SCHiM: la recensione della peculiare avventura in quadricromia
Un minuscolo "angelo custode" che vive nell'ombra è il protagonista di SCHiM, un'avventura platform caratterizzata da uno stile grafico davvero particolare. Scopriamo insieme le caratteristiche uniche di questo titolo sviluppato da Ewoud van der Werf e Nils Slijkerman.
Un mix di generi difficile da definire
SCHiM è un gioco che sfugge a una facile categorizzazione. È un platform? Un puzzle game? Un'avventura narrativa? La risposta è un po' di tutto. Questo titolo offre un'esperienza originale, diversa da qualsiasi altra cosa vista negli ultimi anni. Nei panni di un minuscolo esserino fatto di oscurità, il giocatore deve saltare da un'ombra all'altra per sopravvivere, risolvendo enigmi e vivendo una storia profondamente emotiva.
La storia di SCHiM: la forza della vita
La trama di SCHiM, pur nella sua semplicità, è toccante. Il gioco racconta il rapporto tra il piccolo esserino nero e il suo "padroncino". Quando i due vengono inaspettatamente separati, il protagonista intraprende un viaggio tortuoso per ritrovare la sua metà. La campagna di sessantacinque livelli, della durata complessiva di circa quattro ore e mezza, si caratterizza per una narrazione esclusivamente visiva, senza dialoghi né spiegazioni.
Meccaniche e struttura: molto semplice, troppo semplice?
In SCHiM, si salta parecchio. La meccanica del salto, implementata con cura, consente di determinare l'ampiezza del balzo in base alla durata della pressione del pulsante. Gli sviluppatori hanno arricchito il gameplay con enigmi e cambi di prospettiva, ma l'esperienza risulta non punitiva: se si sbaglia, il personaggio ricompare quasi nello stesso punto. Questo, insieme alla linearità e semplicità degli enigmi, fa sembrare SCHiM una sorta di walking simulator.
Uno stile visivo peculiare
Se il gameplay di SCHiM non lascia il segno, lo stile artistico è tutta un'altra storia. La grafica in quadricromia, con personaggi e scenari disegnati in modo convincente e originale, colpisce fin dalle prime battute. La mancanza di dialoghi è compensata da un sound design curato, con una selezione di brani e rumori ambientali semplici ma efficaci.
Conclusione
SCHiM è un gioco che, nonostante le sue limitazioni sul piano del gameplay, offre un'esperienza visiva e narrativa unica. E voi, cosa ne pensate di SCHiM? Vi è piaciuto lo stile grafico? Lasciate un commento e condividete la vostra opinione su questa affascinante avventura in quadricromia!
Un minuscolo "angelo custode" che vive nell'ombra è il protagonista di SCHiM, un'avventura platform caratterizzata da uno stile grafico davvero particolare. Scopriamo insieme le caratteristiche uniche di questo titolo sviluppato da Ewoud van der Werf e Nils Slijkerman.
Un mix di generi difficile da definire
SCHiM è un gioco che sfugge a una facile categorizzazione. È un platform? Un puzzle game? Un'avventura narrativa? La risposta è un po' di tutto. Questo titolo offre un'esperienza originale, diversa da qualsiasi altra cosa vista negli ultimi anni. Nei panni di un minuscolo esserino fatto di oscurità, il giocatore deve saltare da un'ombra all'altra per sopravvivere, risolvendo enigmi e vivendo una storia profondamente emotiva.
La storia di SCHiM: la forza della vita
La trama di SCHiM, pur nella sua semplicità, è toccante. Il gioco racconta il rapporto tra il piccolo esserino nero e il suo "padroncino". Quando i due vengono inaspettatamente separati, il protagonista intraprende un viaggio tortuoso per ritrovare la sua metà. La campagna di sessantacinque livelli, della durata complessiva di circa quattro ore e mezza, si caratterizza per una narrazione esclusivamente visiva, senza dialoghi né spiegazioni.
Meccaniche e struttura: molto semplice, troppo semplice?
In SCHiM, si salta parecchio. La meccanica del salto, implementata con cura, consente di determinare l'ampiezza del balzo in base alla durata della pressione del pulsante. Gli sviluppatori hanno arricchito il gameplay con enigmi e cambi di prospettiva, ma l'esperienza risulta non punitiva: se si sbaglia, il personaggio ricompare quasi nello stesso punto. Questo, insieme alla linearità e semplicità degli enigmi, fa sembrare SCHiM una sorta di walking simulator.
Uno stile visivo peculiare
Se il gameplay di SCHiM non lascia il segno, lo stile artistico è tutta un'altra storia. La grafica in quadricromia, con personaggi e scenari disegnati in modo convincente e originale, colpisce fin dalle prime battute. La mancanza di dialoghi è compensata da un sound design curato, con una selezione di brani e rumori ambientali semplici ma efficaci.
Conclusione
SCHiM è un gioco che, nonostante le sue limitazioni sul piano del gameplay, offre un'esperienza visiva e narrativa unica. E voi, cosa ne pensate di SCHiM? Vi è piaciuto lo stile grafico? Lasciate un commento e condividete la vostra opinione su questa affascinante avventura in quadricromia!